Tesi Universitaria: Artigianato del neon, arte e lighting design: analisi statistica sulla percezione dei consumatori

Tesi Universitaria: Artigianato del neon, arte e lighting design: analisi statistica sulla percezione dei consumatori

mercoledì 05 maggio 2021 | Interviste, Blog, News&Press
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Letizia Zuccon, collaboratrice della Soffieria Neon Susegana e ora dottoressa in Lingue per la Comunicazione Internazionale, si è appena laureata in Informatica Applicata alla Comunicazione Multimediale con una tesi intitolata “Artigianato del neon, arte e lighting design: analisi statistica sulla percezione dei consumatori”.

Il suo lavoro può essere diviso in quattro parti principali:

  • Teoria e storia: in cui vengono fornite conoscenze generali sulla storia del neon, sulla lavorazione artigianale e sulla sua diffusione nel mondo.
  • La nuova vita del neon: il suo utilizzo nell’arte e nel light design, con l’esperienza della soffieria di famiglia.
  • Metodo di raccolta dati: la ricerca campionaria e la spiegazione delle analisi effettuate
  • Analisi dei risultati ottenuti nell’indagine sui consumatori.

 

Noi di F/ART, come punto di riferimento per il neon a livello nazionale e internazionale, abbiamo fornito supporto alla neo dottoressa per la raccolta di materiale. Siamo rimasti colpiti dal suo elaborato di quasi 200 pagine con indagine e dati approfonditi.

Consigliamo ai nostri lettori di leggere qui la sua tesi “Artigianato del neon, arte e lighting design: analisi statistica sulla percezione dei consumatori”.

 

Con l’occasione abbiamo voluto intervistare l’autrice, per saperne di più:

 

 
 
 

1. Cosa ti ha spinto a dedicare la tua tesi di laurea sul neon?

Per anni ho osservato mio padre e mio nonno sagomare tubi di vetro, lavorare senza sosta modellando perfettamente questo materiale tanto delicato quanto affascinante. Ho voluto portare alla luce un settore veramente poco conosciuto, che necessita di essere pubblicizzato perché si tratta di un prodotto artigianale che richiede esperienza, manualità e destrezza per essere realizzato. È veramente un peccato che molto spesso le installazioni luminose a catodo freddo vengano associate ad un prodotto industriale, quando invece si tratta di un prodotto fatto a mano totalmente personalizzabile ed unico.
 
 

2. Un argomento come questo è inusuale e originale, come hanno accolto la proposta di questo tema i relatori?

Il mio primo relatore ha accolto con entusiasmo l’argomento della mia tesi, mi ha molto aiutata e supportata in particolare nella parte di analisi statistica, che ha portato a scoprire informazioni molto interessanti.Ho ricevuto molti complimenti per l’originalità del lavoro; anche il secondo e terzo relatore sono rimasti affascinati da un mondo che non conoscevano.
 
 

3. Sappiamo che la discussione è andata egregiamente, concludendo il tuo percorso con 110 e lode. Che domande e curiosità ha sollevato la tua tesi nella commissione di laurea durante il grande giorno?

La commissione si è interessata molto ai progetti futuri, in particolare alla trasmissione della lavorazione del neon alle nuove generazioni. Hanno ritenuto molto importante che quest’arte venga tramandata; come per l’artigianato muranese anche l’artigianato del neon ha bisogno di corsi attraverso i quali sia possibile insegnare la lavorazione e coinvolgere il pubblico, in particolare perché il valore di un prodotto artigianale è sicuramente maggiore di un prodotto industriale.
La commissione si è molto interessata al progetto MU/TER, mi è stato chiesto come potrebbe cambiare il paesaggio, in che modo il progetto coinvolgerà le persone e cosa potrà far rinascere nel territorio locale.
 
 

4. Hai dedicato una quindicina di pagine all’uso del neon per arte e design, c’è un’opera che ti ha colpito in particolare? Hai avuto l’occasione di vederla di persona?

Ho apprezzato moltissimo l’opera “...the Illuminating Gas” di Cerith Wyn Evans, esposta al Pirelli Hangar Bicocca. Mi hanno colpito le dimensioni dell’opera: l’installazione era talmente grandiosa da farmi sentire piccola. Conosco molto bene le installazioni di Federica Marangoni, ho avuto il piacere di vedere sue opere come “work monument to the female job” nel 2020 presso la fondazione Berengo e “Il filo conduttore” installato a Ca’Pesaro.
Inoltre, ricordo molto bene di aver visto nel 2009 un’installazione di Joseph Kosuth al Louvre.
 
 

5. Hai analizzato le risposte di persone con varie età, e hai visto una differenza significativa in molte risposte per i gruppi over e under 40. Ti senti in linea col pensiero dei giovani d’oggi? 

Ho notato che i più giovani sono maggiormente attratti rispetto agli over 40 alle installazioni luminose come complemento d’arredamento. Questi, rivolgendosi ai social per l’acquisto, vengono invasi dalle proposte di “Flex neon personalizzati fatti a mano” non avendo nessun altro termine di paragone, in quanto il catodo freddo non viene pubblicizzato a sufficienza. Ho visto come le caratteristiche di quest’ultimo sono sconosciute, ad esempio la sua lunga durata, la temperatura della superficie, i materiali con cui viene prodotto.
Personalmente, per un uso commerciale posso prendere in considerazione sia il LED sia il neon, ritengo che in questo ambito possano coesistere. Per quanto riguarda l’installazione in casa o all’interno di un locale preferisco il neon. Ho visto da vicino più di un’insegna in Flex Led, e non la installerei, perché non ha la stessa vitalità ed energia del neon. La luminosità, il colore a 360°, è qualcosa che difficilmente si può replicare.
 
 

6. C’è molta disinformazione sul vero neon, in molti lo confondono con le vecchie lampade fluorescenti da ufficio, o con il nuovo flex led. Queste ultime vengono spesso chiamate flex neon per confondere il consumatore e portarlo a credere di star acquistando una vera lampada a catodo freddo invece che a LED. Noi di F/ART stiamo lavorando da anni per portare l’attenzione sulle vere caratteristiche del neon, correggendo le fake news che girano in particolare online, ma è necessaria un’azione da parte di tutti. Secondo te, cosa dovrebbero fare i lavoratori di tutto il settore e gli amanti del vero neon, per contrastare questa disinformazione?

Il settore necessita di essere pubblicizzato maggiormente, è necessario valorizzare il prodotto artigianale e tutte le sue caratteristiche.
Le aziende che si rivolgono al consumatore finale dovrebbero proporre il neon come soluzione sia per illuminare che per arredare; è necessario anche formarsi dal punto di vista tecnico, perché molto spesso viene scelto un altro materiale semplicemente per disinformazione.
Bisogna promuoverlo anche a lighting designer ed architetti, che possano sfruttare la sua capacità espressiva.
 
 

7. Ultima domanda: che programmi hai per il futuro? Pensi di continuare a collaborare con la soffieria di tuo padre in qualche modo anche se prenderai una strada diversa?

Il mio progetto è quello di iniziare un percorso di esperienze lavorative che mi permettano di sviluppare un background in ambito commerciale. Nel frattempo, continuerò ad affiancare e collaborare con la Neon Susegana.